La Orgosolo che Pasquale Marica descrive in questo volume e ben lontana da quella che i giornali del tempo descrivevano. Siamo nel 1954 e quando si parla di Orgosolo, o meglio della Sardegna, se ne parla per il “banditismo”, presentando l’isola come un covo di malviventi e malfattori.
“Orgosolo” (sottotitolo: Il crepuscolo degli dei armati), pubblicato dall’editore romano Ludovico Puglielli nel 1954, ha nell’interno alcune illustrazioni di Felice Sigona e, soprattutto, ha la sovraccoperta illustrata a due colori da Melkiorre Melis, a dimostrazione dello stretto legame esistente con Marica, amico di lunghe frequentazioni degli ambienti culturali romani.
Il volume, come scrive l’editore nella prefazione, “… tutto colore e calore è un documento di battagliera poesia a favore della Sardegna, ignota ai più, a molti mal nota…”. Un tentativo di presentare la Sardegna da un punto di vista diverso: dall’ottica di un autore sardo, studioso dei problemi dell’isola e visceralmente amante della Sardegna.
Pasquale Marica, originario di Sanluri, d’altronde, in tutta la sua lunga carriera di giornalista e scrittore, vissuta tra l’isola e Roma, ha sempre messo in risalto i problemi della Sardegna. A volte ha usato temi insoliti, come quando, nel 1916, sul giornale “L’ Italia Futurista” pubblicò un provocatorio Manifesto Futurista dal titolo “Moltiplichiamo i Sardi: primo materiale di guerra”, o quando, con Mario Mossa De Murtas, scrisse l’introvabile libriccino “Perché gli uomini a Tiulè portano le mutande”, una satirica presa in giro della Deledda e di tutti i suoi epigoni.
Autoritratto, 1977
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