Essere artisti a Nuoro, soprattutto negli anni tra le due guerre mondiali, non doveva essere molto semplice. Sicuramente i committenti costituivano una élite limitata a poche famiglie facoltose e, spesso, gli stessi artisti facevano parte di quelle famiglie.
Francesco Congiu Pes non aveva nobili natali, e l’unico elemento di “nobiltà” era quel “Garibaldi”, aggiunto da suo padre all’anagrafe, in onore dell’eroe dei due mondi.
Congiu Pes era nato a Nuoro nel 1887 e, da autodidatta, si dedicò sempre alla pittura, sino alla sua morte avvenuta nel 1961.
Visse sempre a Nuoro dove consumò la sua esistenza bohemien, quasi ignorato per la sua arte e inquadrato, dai suoi concittadini, come uno senza mestiere, uno che non lavorava, un “mandrone”, per dirla alla nuorese, tanto che l’appellativo diventò il suo secondo nome.
Congiu Pes era per i nuoresi “Conzu Mandrone”. E la convinzione che fosse un nulla facente era talmente radicata che Salvatore Satta, nel suo romanzo “Il giorno del giudizio”, non esita a qualificare il personaggio Cossu-Boi (identificabile con Congiu Pes) come “un mezzo pittore morto di fame”.
Congiu Pes coltivò per anni la sua passione artistica, un’arte semplice, caratterizzata da colori vivaci, basata su temi legati alla vita popolare, alla campagna, ai costumi tradizionali.
Michele Pintore, nel 2001, su La Nuova Sardegna, scriveva: “A morte avvenuta l’oblio non tardò a calare sull’artista. Qualche decina di anni fa ci fu un’operazione di recupero, con una mostra antologica del prima tanto disprezzato pittore; ma c’è da pensare che davanti a quella riabilitazione postuma, il nostro “Conzu mandrone” si sia rivoltato nella tomba, e fedele al suo carattere abbia voltato ancora una volta le spalle ai suoi ingrati concittadini”.
E di quella mostra antologica del 1995 rimane anche una serie di cartoline pubblicate dalla Poligrafica Solinas. Dodici cartoline di costumi sardi a testimonianza di un artista fortemente legato alla sua terra, che ha continuato imperterrito a coltivare la sua passione, incurante dei lazzi sulla sua persona e della scarsa considerazione che ha sempre accompagnato la sua esistenza.
In passato possedevo un suo autoritratto che ragalai ad un amico nuorese. L’altro ancora in mio possesso è ziu Lino cerbero della chiesetta della Soltudine ai tempi di Grazia Deledda come il congiu ebbe ha scrivere nel retro del piccolo quadro.
Certo il tuo amico nuorese sarà contento del regalo!! L’altro ritratto, perchè non lo fotografi e lo pubblichi nella pagina Facebook Nugoro eris e oje”? E’ importante recuperare le opere di artisti che, altrimenti, rischano di finire nel dimenticatio.
saluti e grazie per l’attenzione
SCUSATE MA ANCH IO SONO IN POSSESSO DI UN QUADRO DI PES che
raffigura mio bisbis nonno in costume seduto fianco al camineto
DIPINTO SU( PAPIRU E ISTRAZZU)
Ciao Gianni, perché non lo fotografi e ce lo fai ammirare? te ne sarei grato
Ciao Sebastiano, ti sarei veramente grata se potessi farci vedere la foto del quadro di Ziu Lino. Si tratta di mio trisavolo! Io conosco il quadro ma solo attraverso una vecchia copia di giornale.
Sono in possesso di due dipinti di Pes, la maestra di ricamo Desulo e campagne d’Orgosolo, entrambi ritratti dal vero……..
sono una perente di Franceschino la fam materna di mia madre e mia nonna..abbiamo qualcosa qui….ma sopratutto i miei parenti ..le 4 maestre Pes di Nuoro
Mi fa piacere che le opere di Congiu-Pes siano state conservate. sarebbe interessante fotografarle e pubblicarle, giusto per farle conoscere.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti
Così come accadde alla mia illustre antenatal Grazia Deledda, derisa e vilipesa dai suoi ingrati concittadini, stessa malasorte ebbe questo bravissimo pittore che ebbe la sfortuna di nascere in una città invidiosa e pettegola, dove l’unico svago tutt’oggi, è quel passatempo ciarliero della critica, che la differenzia dalle altre Provincie sarde. Il detto ” non fachene e non lassana fachere” è la giusta descrizione di chi popola la città di Nuoro, dove la maggioranza delle persone, fa del pettegolezzo, l’unico sport che conosce, pur di bistrattare coloro che spesso inconsapevoli, né subiscono le angherie ingiustificate
Cara Carla, conosco l’ambiente nuorese e ciò che dici è vero in parte. A Nuoro, infatti, esistono esperienze ed eccellenze che da altre parti se le sognano (Ilisso e Casa Ilisso, MAN, Edizioni Il Maestrale, Galleria Mancaspazio, ecc.). Si tratta di lavorare in positivo, valorizzando e sostenendo chi propone e crea situazioni di crescita e facendo in modo che il “ciarlare” rimanga patrimonio di chi ha scelto la critica e l’invidia come stile di vita. Saludos