I timbri per il pane, “pinta-panes” o “pinta-coccones”, hanno antichissime origini e sono riconducibili agli stampi o sigilli di pietra, di terracotta, di legno, di corno, con un disegno inciso o intagliato, che serviva per stamparlo ripetute volte sull’epidermide del corpo o per “marchiare” animali o oggetti.
Una funzione simile dovevano avere anche le “pintaderas” nuragiche, veri e propri tamponi in terracotta, utilizzati per motivi decorativi pratici o magico/religiosi.
Un uso molto simile era quello riservato ai “pinta-coccones”, sempre caratterizzati dal duplice scopo, decorativo e magico-religioso. Se da un lato, infatti, i timbri rivestivano un carattere puramente decorativo, dall’altro avevano spesso un uso legato a pratiche magico/religiose per preservare il pane dal malocchio.
Normalmente i “pinta-coccones” riprendevano motivi decorativi floreali o elementi geometrici tipici dell’artigianato simili a quelli utilizzati per le cassapanche, ma spesso i simboli erano legati all’occasione per cui i “pinta-coccones” erano stati realizzati. In occasione di fidanzamenti o matrimoni, ad esempio, abbondavano di cuori stilizzati in diverse fogge a sottolineare l’amore che permeava l’evento.
In alcune circostanze l’utilizzo dei timbri era di esclusivo uso religioso, come ad esempio quando si realizzava il pane da offrire ai pellegrini in occasione della festa a Gonare il 25 marzo.
In tale occasione una o più famiglie, per voto alla Madonna di Gonare, producevano innumerevoli forme di pane su cui era applicato il timbro con l’effige della Madonna. Il pane, “su coccone ‘e vintichimbe”, veniva offerto a tutti i pellegrini che si recavano al santuario.

Distribuzione de “Su coccone ‘e vintichimbe” a Gonare
Uguale funzione avevano i timbri che riportavano la figura di S.Antonio, utilizzati per marchiare “su pistiddu”, il tipico dolce a base di miele, semola e zafferano, che il giorno della festa del santo (16 gennaio) veniva portato in chiesa per la benedizione.
(Il brano e tratto dal mio libro “Mastros de linna. Falegnami e carpentieri a Orani“, pubblicato dall’editore Nardini di Firenze nel 2014.
I due timbri quadrati riprodotti in alto sono opera di Tziu Paulu Cosseddu. I timbri della Madonna di Gonare e di S.Antonio sono stati realizzati da Roberto Cosseddu)