Uno che si chiamava Raoul Chareun non aveva certo bisogno di uno pseudonimo per avere un nome originale. Eppure Raoul Chareun, nato a Cagliari nel 1889 da un esattore delle imposte di origini francesi, già studente, scelse il nome d’arte di Primo Sinòpico che lo accompagnò per tutta la vita e gli diede una certa notorietà nel campo dell’illustrazione e nel mondo dell’arte.
Studente all’Università di Padova, allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola come volontario e, anche al fronte, riesce a coltivare la sua passione per il disegno e l’illustrazione, collaborando a diverse testate.
Le sue vignette e caricature, caratterizzate sempre da un tratto deciso e pungente, risulteranno particolarmente apprezzate dal pubblico anche quando, a guerra finita, si dedicherà all’illustrazione e alla grafica pubblicitaria. Grande successo ebbero i cartelloni pubblicitari elaborati per l’editore Notari e per le sue collane editoriali o le illustrazioni per Campari.
Apprezzato anche come artista, partecipò alle principali manifestazioni degli anni 20/30 e 40, tra cui numerose Biennali di Venezia.
Sinòpico morì nel 1949. La Quadriennale romana del 1955-56 gli dedicò una mostra retrospettiva.
Per approfondimenti sull’opera di Sinòpico l’opera più completa è il volume di Paola Pallottino “Il pittore a 20000 volt. Primo Sinòpico (Raoul Chareun)” pubblicato da Cappelli Editore nel 1980 nella collana “Cent’anni di illustratori”.
Nella mia raccolta di libri e pubblicazioni vi sono numerosi testi illustrati da Sinòpico, compresa un’edizione di Pinocchio pubblicata dalla casa editrice Cenobio nel 1946.
Ma tra tutti i libri quello che secondo me rappresenta maggiormente l’estro di Sinòpico, è “Rititì”, un libro di Francesco Pastonchi destinato ai più piccini, pubblicato dall’editore Treves nel 1920.
Il volume riporta alcune tavole a colori di Sinòpico ma, soprattutto, riporta tantissimi disegni, minuscoli, utilizzati come capilettera o come finalini delle pagine in rima. Questo libro condensa la creatività fantastica di Sinòpico che in dimensioni poco più grandi di un francobollo, riesce a dare vita alla lettera iniziale di ogni capitolo, rendendola a sé stante rispetto al resto della pagina e contribuendo non poco a supportare il testo e ad alimentare la fantasia dei piccoli lettori a cui il volume era destinato.