Archivi tag: Lilli

Una crociera in Sardegna

Nel 1932 la rivista L’Italia Letteraria organizzò una “crociera” che, per dieci giorni, visitò la Sardegna. Al viaggio era abbinato un concorso che prevedeva un premio per il miglior resoconto del viaggio stesso. Alla fine la giuria, di cui faceva parte anche Grazia Deledda, assegnò il primo premio a pari merito a Virgilio Lilli, allora venticinquenne, e a Elio Vittorini, di un anno più giovane.
Vittorini riprese e rimaneggiò il suo scritto facendolo diventare quello splendido libro, pubblicato nel 1936 dall’editore Parenti di Firenze come capitolo del volume Nei Morlacchi – viaggio in Sardegna, destinato a diventare Sardegna come un’infanzia (Mondadori, Milano, 1952.
Il lavoro di Vittorio Lilli, invece, fu pubblicato semplicemente in forma di articolo, su L’Italia Letteraria.
Per vedere la luce come libro, il diario di Lilli ha dovuto aspettare quasi settant’anni visto che è stato pubblicato solo nel 1999 dall’editore Carlo Delfino di Sassari che,“riscoprendo” questo inedito, ha contribuito ad aggiungere un ulteriore tassello a quella “scoperta della Sardegna” che dura ormai da due secoli e che non accenna a finire.
L’opera, con una presentazione di Gabriella Contini e uno scritto di Manlio Brigaglia che traccia la storia del concorso e del viaggio, è completata da uno scritto di Giuseppe Fiori che si sofferma sulla figura di Virgilio Lilli come giornalista e scrittore.
Il Viaggio in Sardegna, questo il titolo del libro di Lilli, non ha la pretesa dell’opera letteraria ma, piuttosto, si configura come una semplice descrizione di immagini e luoghi; veri e propri flash giornalistici che si soffermano sul particolare e, con aria volutamente svagata e distante, descrivono una Sardegna insolitamente diversa dagli stereotipi di Grazia Deledda o Sebastiano Satta.
Così, ad esempio, Lilli descrive Nuoro: “Nuoro è un paese a doppio fondo, ma vergine. La sua verginità è la sua elementarità. Quello che vi era di sardo puro è rimasto tal quale, col carattere originario; e questo è il primo fondo. Quello che vi è stato importato dal continente di civilizzato e di organizzato sta per conto suo come in una sovrapposizione: e questo è il secondo fondo.
E’ il paese di forma canonica che deve aver pensato il Signore: una lunga, grande strada simile ad una spina dorsale, e ai lati – come foglie su un ramo – viuzze e vicoli. Lo si potrebbe con un tantino di sforzo rassomigliare ad una spina di pesce o ad un fiume con i suoi affluenti di destra e di sinistra. Case di granito piccine, basse, robuste, e, in mezzo al granito, meravigliose fioriture d’orti e di rustici giardini inquadrate fra alte pareti di muriccioli. E’ un paese da patriarchi, burocratico, ma con il clima delle tribù”.
Una Nuoro,“Cuore di pietra della Sardegna”, ben lontana dalla città che oggi conosciamo.