
Figus in un’autocaricatura degli anni ’70
Bachisio Secondo Figus, meglio noto come Bakisfigus era nato ad Abbasanta il 18 marzo del 1905. Ricorre, quindi, quest’anno il 110° anniversario della sua nascita.
Figus inizia giovanissimo la sua carriera: a soli 24 anni, nel 1929, partecipa alla Sindacale d’arte di Sassari e alla prima Mostra della Primavera Sarda a Cagliari dove viene citato in un articolo di Remo Branca insieme ad altri “giovanissimi dei quali è prematuro discutere”.
Negli anni ’30 si trasferisce a Milano e inizia a lavorare nella nascente industria della pubblicità dove ha modo di mettere in evidenza un originale stile figurativo fatto di linee e forme essenziali caratterizzate da vaste aree di colore piatto.

Bozzetto di Bakisfigus per Ramazzotti (anni ’30)
In questo periodo realizza bozzetti per la pubblicità del liquore Ramazzotti, illustrazioni per le confezioni dei fiammiferi Saffa, la pubblicità del sapone Sole. Sempre in quegli anni realizza alcuni bozzetti commemorativi per l’Aeronautica Militare, tra cui quelli in ricordo dell’aviatore Francesco Baracca.
Nella sua attività di grafico e illustratore raggiunge livelli di vera e propria maestria nell’illustrazione di cartoline postali: si devono al suo estro creativo alcune serie di cartoline degli editori Garanzini e Tognoli, che riproducono soggetti ispirati al folclore sardo e al folclore emiliano.


Per alcuni anni realizza le illustrazioni pubblicitarie per il dentifricio Odol, ampiamente utilizzate sino ai primi anni ‘40, caratterizzate dall’esclusivo utilizzo dei colori nero e blu.



Grande successo ebbe anche la pubblicità per il lubrificante Aeroshell, apparsa per la prima volta sulla rivista “Le Vie d’Italia” del Settembre 1933, e utilizzata per lungo tempo.




A Bakisfigus si deve anche la realizzazione di alcune copertine per la rivista “Costruire” del 1936 che, come sottotitolo, recitava: “pagine di pensiero e di azione fascista”. Nella rivista, diretta da Dario Lischi, la grafica di Bakisfigus è, come al solito, pulita e lineare con un limitato numero di colori utilizzati in grandi campiture di tinte uniformi. I temi delle copertine, ovviamente, sono ispirati alla più pura e retorica propaganda del regime.
Con la copertina del volume “Tripolitania Felix” (Pisa, 1937) continua la collaborazione tra Dario Lischi e Figus. La copertina del libro è caratterizzata dallo stile inconfondibile dell’illustratore, ispirato da motivi africani cari a quel pensiero coloniale dominante nel 1937. E d’altronde non poteva essere altrimenti, visto che lo scrittore e giornalista Dario Lischi ,“Darioski” nei suoi numerosi scritti e nei suoi libri, si era sempre distinto per una fiera e convinta esaltazione del pensiero coloniale, tanto che, nel 1935, era stato nominato “Grande Ufficiale del Regno”.
Nel dopoguerra Bakisfigus continua la sua attività di illustratore sino a che, negli anni Sessanta, non rientra in Sardegna dove dà vita al “Laboratorio di creazioni artistiche pubblicitarie Bakisfigus”. Nei primi anni ‘70 si stabilisce a Zerfaliu in provincia di Oristano, dove risiede sino al 1987. Si spegne a Oristano nel dicembre del 1990.