
Agosto 2015 in Sardegna
Un acquerello del 2012 realizzato sull’isola di Tavolara: le “creste” di Gallura e la costa sarda. Ancora qualche giorno e poi, finalmente, pronti a immergerci nello splendido mare di Sardegna. Buone Ferie a tutti.
Siviglia, Gennaio 2015
Il Chitarrista Raul Cantizano ritratto presso il Centro Cultural Flamenco “Casa de la memoria” di Siviglia (16 gennaio 2015)
Matera, febbraio 2014
New York, maggio 2013
Orani, 1975
Quadrati, rettangoli e qualche cerchio per un “ritratto” di Orani a china
Tavolara da Costa Caddu
Acquerello realizzato in Sardegna a settembre 2012: mare splendido e spiaggia deserta.
In Spiaggia
Un acquerello realizzato nel 2000 a San Teodoro. Nei prossimi giorni conto di poterne realizzare altri, godendo degli ultimi scampoli settembrini in SardegnaDall’albergo di Guilin
Cina 2010. Veduta dalla camera d’albergo di Guilin
Scorcio di Orani
Un disegno a china del 1974 realizzato dal vero a Orani, nella piazzetta de Sa Poa, con i portoni di tziu Leddio e tziu Mannone.
Anna in nave

Orani: Sa Itria
Uno schizzo del 1999 della chiesa di Sa Itria a Orani, la chiesa sulla cui facciata, nel 1958, l’artista Costantino Nivola realizzò un grafito con figure stilizzate.
Hong Kong 2009
Hong Kong, vista sulla città: tra pagode che svettano sopra gli alberi e grattacieli che avanzano “divorando” la foresta.
Zia Angeledda

Cagliari: monumento a Carlo Felice
Il monumento a Carlo Felice, realizzato dallo scultore sassarese Andrea Galassi nel 1830, presso Piazza Yenne, nel centro storico di Cagliari. Il disegno è del 2003
Noto in Sicilia
Maggio 2008. Matita e acquerelli per realizzare un dettaglio del duomo di Noto, in Sicilia: magistrale esempio di architettura Barocca, destinato a passare in secondo piano nel confronto con una splendida granita al mandarino della Pasticceria Mandolfiore!
La bambina con l’aquilone

Birmania: Shwedagon Paya
Shwedagon Paya, a Yangon, è il più importante luogo di culto buddhista della Birmania. Così mi è apparsa la cupola dorata dalla finestra dell’albergo
Tharros: il mare

2005: Taormina da Letojanni

I tetti di Firenze

Inizia il grande caldo

Piazza San Marco a Firenze
Piazza San Marco a Firenze in una china colorata “preistorica” del 1976, quando iniziavo il mio percorso fiorentino.
“Casa Memole”
Un acquerello realizzato a S.Teodoro nel 2000: l’olivastro, le bouganville in fiore e il vialetto che porta a casa di Luigi. Dopo i lavori di risistemazione il vialetto e la casa hanno cambiato aspetto e ora l’impatto è sicuramente più piacevole.
Tavolara
Tavolara in un acquerello del 2007: ferma, immobile; intenta solo a farsi sfiorare dai raggi del sole che, nel suo volgere, la accarezza rendendola mutevole di luci e di colori.
Il Tempio di Antas
Il Tempio di Antas presso Fluminimaggiore in un disegno del 2000. Un angolo di Sardegna insolita da visitare e scoprire.
Brocca, libri e limoni
Un acquerello del 2004. Una brocca, una pila di libri, un bicchiere e un paio di limoni: mi piace dipingere i limoni che con la loro superficie porosa catturano la luce in un modo del tutto particolare.
In treno … bis
2004. Una ragazza dorme sul treno Milano-Firenze, anche in questo caso senza rendersi conto che sta posando per il mio taccuino e per la mia matita
In treno
Un paseggero che dorme, ignaro modello per questo disegno realizzato nel 2000 sulla tratta ferroviaria Pisa Firenze
Antonello Salis
Alcuni schizzi realizzati durante il concerto che il jazzista Antonello Salis tenne l’11 novembre del 2000 al “Pinocchio jazz” di Firenze.
In quell’occasione intervistai Salis e l’intervista venne pubblicata su “Isolas”, periodico dell’ACSIT, l’Associazione dei Sardi in Toscana.
Eccola quell’intervista.
Io sono la contaminazione
Sabato 11 Novembre al Circolo Vie Nuove in viale Giannotti, a Firenze, nell’ambito della rassegna Pinocchio jazz, un grande evento musicale con una serata interamente dedicata ad Antonello Salis, sardo di Villamar, maestro indiscusso di pianoforte e fisarmonica, considerato da anni una delle punte di diamante del jazz italiano.
Incontro Antonello nel pomeriggio, al termine delle prove, con l’intento di intervistarlo; mi sorprende subito con il sue aspetto “alla mano”, che non mette per niente a disagio, e cos iniziamo a parlare, trasformando l’intervista in una amichevole chiacchierata. Parliamo della Sardegna, della nostra terra e della nostra gente. “Sono venuto via che avevo 19 anni e mi mancava il mare” dice Antonello. Quello stesso mare magnum che unisce e divide allo stesso tempo, portatore, indistintamente, di guerre e civiltà. Simbolo di scambi, di traffici, di contaminazioni etniche e culturali che lasciano il segno. “Ognuno di noi si porto dentro la sua storia, il suo vissuto, le sue tracce, e il tutto convive in una continuo crescita ed evoluzione. Nel mio caso la crescita si muove con la musica, con l’improvvisazione. Una crescita continua che mi permette di improvvisare sempre, di non avere un repertorio fisso. Il brano suonato ieri è comunque diverso se suonato oggi”.
“La nostra società — continua Antonello — ha imboccato una strada irreversibile. Siamo destinati ad una società multietnico. E’ impossibile sfuggire da questo percorso. La musica in questo senso può fare molto perché avvicina le culture, permette il confronto”. Nel jazz, poi, il concetto multietnico è sempre stato fondamentale e Antonello ribadisce che si cresce anche grazie al linguaggio universale della musica e del jazz. “Dobbiamo renderci conto che il mondo è sempre più piccolo. Più comunichiamo e più diventa piccolo. Più comunichiamo e più i popoli si avvicinano”.
Non a caso Antonello, nella sua musica, fa convivere le culture più disparate. “Io sono la contaminazione in persona”, mi dice con orgoglio. Alle ore 22 inizia Lo spettacolo. Tuta da ginnastica rossa, cappellino bianco tipo baseball, scarpe da atleta. Con questo look, più da maratoneta che da musicista, Antonello Salis sale sul palco. Uno sguardo alla sala gremita, un sorriso, un accenno di inchino per rispondere agli applausi, non una parola. Si siede al pianoforte e inizia il dialogo. Si, il dialogo, non il concerto; perché Antonello con il pianoforte ci ragiona, ci parla, ora lo carezza , d’improvviso lo percuote, gli sussurra parole lievi, lo incanta con una melodia fischiettata; e lo strumento risponde con musiche e suoni che catturano. Note che sembrano scappare vengono rincorse e riprese, domate, addomesticate, in un turbinio di ritmi che evocano altre storie. Accordi in “stile Beatles” ci sorprendono mentre pensavamo a Bach e lo stupore non è ancora cessato che si sovrappone un richiamo forte a Joan Baez che, come un flash, ci fa rivivere gli scenari della ballata dedicata a Sacco e Vanzetti interrotti immediatamente, però, da ritmi mediterranei “estratti” dalle mani sapienti che “frugano” l’anima e le corde dello strumento.
Grandi applausi, breve inchino, e si riparte con la fisarmonica.
E qui l’effetto è strano: non si capisce dove finisce il musicista e dove inizia lo strumento. La fisarmonica in mano ad Antonello ha vita propria. Il mantice si dilata e il suonatore dondola, segue l’andamento dolce e sinuoso delle note; si impenna con esse in scatti repentini che alzano il tono. E’ una rincorsa infinita, un continuo flusso di note che porta lo sguardo dello spettatore a seguire ora lo strumento, ora il suonatore, ora il suonatore/strumento, impegnato in una gara di improvvisazione che cattura, rapisce e conquista.
Antonello Salis, come suo solito, ha giocato a stupire e divertire, con l’impressione evidente che il primo a divertirsi era proprio lui.
Così la serata ha riservato emozioni spettacolari. Antonello Salis si è abbandonato ad un repertorio libero di spaziare al di là di ogni confine musicale. Una personalità dirompente la sua che ha dato vita ad un concerto meraviglioso, incentrato sul sapore della sorpresa e della passione. Una conferma a quanto mi aveva detto nel pomeriggio: “Io suono molto per me stesso. Se mi piaccio, piaccio anche agli altri” A giudicare dall’ovazione finale, Antonello Salis in questa serata si deve essere piaciuto molto.
La casa di Via Roma
Una xilografia del 1981, tirata in 10 copie.
La casa di via Roma a Orani dove io sono nato. Una casa tirata su da mio padre, pietra su pietra, lavorando giorno e notte. L’arancio in giardino e quel sedile di pietra sul davanti che le sere d’estate diventava punto di ritrovo per gli anziani del vicinato: riuniti a prendere il fresco, passavano il tempo a raccontare storie e esperienze. Per noi bambini una “scuola di vita”, molto più viva e intensa di mille canali televisivi.
Il Vino
Ho appena finito di sfogliare il volume “Il Vino in Sardegna” edito dalla casa editrice Ilisso di Nuoro che, come al solito, ha realizzato un’opera esaustiva ed esteticamente godibilissima.
In omaggio alla nuova “creatura editoriale”, un disegno “dal vero”, a china, del 1977: l’amico Lucio non demorde e continua a fumare, nonostante l’abbondante libagione abbia intaccato lucidità e riflessi
Lettura
Mia suocera che legge un libro. O meglio, mia suocera che consulta un dizionario: una delle sue passioni.
Anche questa xilografia risale al 1999 e fa parte di una serie dedicata ai libri e alla lettura stampata in soli pochi esemplari di prova
Relax
Sdraiarsi su un letto, concentrarsi su una buona lettura e godersi un impagabile momento di relax.
La xilografia risale al 1999 e fa parte di una serie dedicata ai libri e alla lettura stampata in soli pochi esemplari di prova
Su sonadore

Turicchi nel Mugello
Un acquerello del 2004 per una veduta da Turicchi verso i monti del Mugello, con la casa di Anna e Marco che si intravvede tra le frasche.
Il terzo libro
1997, via Pietrapiana. Un disegno a china con Enrica al computer che lavora alla prima edizione del suo “Dizionario di fitoterapia e piante medicinali“, il suo terzo libro.
Il computer era un “386”, con una capacità di memoria che allora sembrava strabiliante, ed ora fa semplicemente sorridere.
Piscinas
2004. Splendida visione sulla spiaggia di Piscinas, con la vecchia stazione mineraria trasformata in albergo
Lungo il Nilo
2008, viaggio in Egitto lungo il Nilo. Verde e vegetazione lussureggiante lungo le sponde. Deserto e terre bruciate dal sole in lontananza. Ogni tanto un paese, una barca, un campo coltivato, le palme, un minareto. E il fiume, quasi immobile, a scandire il ritmo della vita.
Studio per mani

Il disegno e la xilografia sono accompagnati da un verso dantesco: “… per che la mano ad accertar s’aiuta, e cerca e truova, e quell’officio adempie, che non si può fornir per la veduta” (Dante, Purg.XII, 130/2)
Arianna studia
Un disegno a china del 1997. Arianna che “fatica” sui libri nella vecchia casa di via Pietrapiana
Orani da Fininai

Arianna che legge

Letture in spiaggia

In questi schizzi del 2004 l’amico Luca F., immerso nelle sue letture, con il tipico copricapo antiscottatura
Le Madri di Nivola
Uno schizzo fatto a Cagliari nel 2003. Le Madri di Costantino Nivola nel palazzo del Consiglio Regionale a Cagliari. Quelle stesse Madri che in questi giorni assistono e vigilano sulle legittime proteste del movimento dei pastori sardi.
Mamma che legge
Un disegno del 2005 in punta di matita.Mamma, davanti al caminetto che legge un libro.
Una scena vista migliaia di volte.
Un’immagine impossibile da dimenticare.
Enrica e la malva

E poi una poesia di Tagore: “Io ti amo, amor mio, perdona il mio amore ….”
Il cappellino glamour

Mannai Mereu
Mia Nonna, Andreana Mereu Soro in un ritratto a tempera del 1975 quando aveva 74 anni. La prima volta che ho fatto un ritratto a Nonna avrò avuto 6 o 7 anni e mi ricordo ancora la sua risata quando, per rendere perfetto il disegno, mi avvicinai per contare i bottoni della blusa che indossava.
Michela

Alessandro

Ziu Paulu
Ziu Paulu con la figlia di Marianna in uno schizzo del 1999
Il vestito pakistano
1978. China e acquerello per un ritratto di Enrica con il vestito pakistano
Cala Gonone
Cala Gonone. La scogliera e lo splendido mare de “S’aba durche” in un acquerello del 2008
Cina: Li River
Agosto 2010 in Cina. In batello si naviga sulle tranquille acque del Li River, attraversando visioni e panorami da fiaba.
Gianluca Renzi Sextet
Alcuni disegni realizzati durante il concerto di Gianluca Renzi, figura di spicco del jazz italiano, esibitosi con il suo sestetto presso il BZF di Firenze il 29 aprile del 2003
Le Terme di Budapest
Le Terme di Budapest in un disegno acquerellato realizzato nel 2007
Cala d’Ambra
Acquerello realizzato a Cala d’Ambra (San Teodoro) in Sardegna nel 2007
Ciao sono commossa nel vedere il disegno dove sono raffigurati babbo ed Annacarla….. hai colto le loro più tipiche espressioni….. Grazie…..
quando vorrai farmi un gradito regalo lo accetterò volentieri Baci a tutti
Ciao Marianna …. il disegno l’ho fatto in occasione della mia mostra a Orani nel 1999. ALLA PRIMA OCCASIONE FARò IN MODO CHE IL REGALO SIA GRADITO!! Salutoni a tutti.
bellissimi….che cosa ti devo dire? siamo stati formati allo stesso modo
anche io ho i miei appunti “acquerellati”
se avrai pazienza di guardarli te li manderie
ciao
Caro Paolo, per me sarà un piacere guardare i tuoi “appunti”. Un abbraccio
Ringrazio molto Angelo Mereu di avermi permesso questo approdo nel suo blog che vorrei definire un angolo di arte pura,intima, delicata, toccante: Luogo virtuale che invita ad ammirare e viaggiare per terre lontane e vicine.
Rimango colpita e commossa dai bellissimi schizzi e disegni. Bellissimo lo schizzo della veduta del golfo Di Taormina dal Parkhotel
Grazie davvero Angelo, cari saluti insieme ad Enrica
Marilina
Ciao Marilina …. grazie a te per le belle parole e a presto! Ciao. Angelo
Caro Angelino,umilmente ti chiedo scusa e non voglio fare la saputella di turno,ma voglio illuminarti su una piccola cosa perchè la tenga a mente.(deformazione professionale).La parola carasare nel nostro dialetto significa arridare,biscottare cioè riportare per la seconda volta sas peras del pane precedentemente separate col coltello affinchè prenda colore croccantezza, duri più a lungo e non vada a male!! Carasare e assare hanno lo stesso significato solo che non si dice pane assau ,ma pane carasau. Un caro saluto. Gemma
Cando si dividini sas perras de su pane venit nau “crasare” chi este diversu dae “carasare”. In Orane non si nata pane carasau ma cussu tipu de pane si nata pane tostu.
Zustu!
perras del pane
Ciao angelo ti ho trovato in modo magico. Sopra il divano l’ipad era aperto sulla tua pagina. Qualcuno a casa frugava in internet e l’ha lasciato su un tuo disegno. Che belli e ricchi questi ricordi, mi fa sempre piacere vedere qualcosa fatto da te. Un grande abbraccio e un caro saluto alla tua famiglia. Angelo Ziranu
Ciao Angelo, grazie per l’apprezzamento e per i saluti che ricambio (ma cale Angelo sese? de Zommaria o de Predu?).
Ciao