Sardus Paper n. 11: Montanelli a Nuoro

Sardus Paper n. 11 (Anno II) – Gennaio 2024

Indro Montanelli
Tagli su misura. Nuoro.”

Un articolo pubblicato nel 1920 sul “Giornalino della Domenica”, e nel quale si parla di una recita organizzata dai bambini di Nuoro, offre l’occasione per scoprire che Indro Montanelli ha vissuto la sua prima infanzia in Sardegna. Dalle ricerche effettuate si apprende che il giornalista aveva stabilito, dopo questa permanenza, un forte legame d’affetto con l’Isola che mantenne poi per tutta la vita. Nello scritto “Nuoro”, apparso nel 1960 nel volume “Tagli su misura” (Ed. Rizzoli), Montanelli ripercorre momenti felici nella Nuoro della sua infanzia, il tutto accompagnato anche da amare considerazioni su una città completamente cambiata rispetto a quella che aveva conosciuta da bambino.

Lo scritto di Montanelli è corredato da alcune illustrazioni appositamente realizzate con incomparabile maestria dall’artista Paolo Curreli che ha così fissato personaggi e scorci della città e ha reso ancora più prezioso il n. 11 di Sardus Paper.

Pagine 36 con illustrazioni a colori di Paolo Curreli.
Edizione di 99 copie numerate.
Carta Tintoretto touch class avorio da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21.

Sardus Paper n. 10 – Natale in Sardegna

Con il fascicolo di Sardus Paper n. 10 – Dicembre 2023 – si conclude il primo anno di vita della collana editoriale avviata a gennaio del 2023.
Lo scritto “Natale in Sardegna” è opera di Mercede Mundula (1890-1947), raffinata intellettuale, scrittrice, giornalista, traduttrice di importanti autori stranieri, indubbiamente una delle figure più interessanti per quanto riguarda la letteratura sarda, e non solo, del ‘900.

L’articolo, ripreso dalla rivista La Festa (n. 50/51 del 1928), è collocabile tra l’articolo di costume e la ricerca etnografica. Mercede Mundula, infatti, indugia nella narrazione giornalistica per quanto attiene l’atmosfera che permea il Natale in Sardegna, ma si sofferma su un’accurata descrizione di alcune particolari usanze o giochi ricorrenti durante le festività che rivelano in Lei aspetti da attenta osservatrice delle tradizioni popolari dell’Isola.
La prefazione di Teresa Porcella, che illustra la figura e l’opera della Mundula, è un utile e prezioso complemento per capire meglio la figura della scrittrice.

Pagine 20 con illustrazioni di Cisari e Melkiorre Melis.
Edizione di sole 70 copie numerate.
Carta Tintoretto touch class avorio da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21.

Per acquisto e abbonamento: https://www.nardinieditore.it/categoria-prodotto/sardus-paper/

“SARDUS PAPER”

E’ un progetto editoriale da me ideato e curato che punta a recuperare e valorizzare scritti brevi, poco conosciuti e spesso inediti, di argomento sardo.

Il nome “Sardus Paper” trae origine dalla divinità nuragica “Sardus Pater” e si basa sul gioco di parole che trasforma “Pater” in “Paper”, che, tra l’altro,  ricorda la voce papiru = carta in lingua sarda, chiaro riferimento al mondo dei libri.

Il progetto editoriale“Sardus Paper” prevede il recupero e la pubblicazione di vere e proprie rarità di argomento sardo,  scritti brevi poco noti se non addirittura inediti  a partire dal 1800 fino ai giorni nostri. In particolare saranno riproposti articoli, memorie e relazioni con lo scopo di far conoscere personaggi e vicende legate all’arte, alle scienze, alla storia, alle tradizioni e, in generale, alla cultura della Sardegna. “Sardus Paper” proporrà, inoltre, scritti inediti di autori contemporanei.

La scelta editoriale prevede una tiratura limitata di copie numerate che sarà possibile ricevere solo a richiesta: il progetto è rivolto, infatti, a un selezionato pubblico di collezionisti e bibliofili amanti della Sardegna e non seguirà, pertanto, i tradizionali canali di distribuzione. 

Sardus Paper”, progetto editoriale pubblicato con le Edizioni Nardini di Firenze (www.nardinieditore.it), non esclude collaborazioni con  autori, associazioni, enti e istituzioni sensibili a temi legati alla cultura sarda

Sardus Paper ha le seguenti caratteristiche:
* Una pubblicazione al mese di 40/60 pagine
* Tiratura 60/70 copie numerate. Stampa bianco/nero o colore
* Formato A5 – cm 15 x 21; Legatura con doppio punto metallico
* Font: Cocosardo e Monterchi Sans Light dello studio Zetafonts di Firenze.
* CartaTintoretto Gesso da 130 grammi (copertina 300 grammi)

PER INFORMMAZIONI E CONTATTI:
Angelino Mereu: mereuangelino@gmail.com – Tel. : 347.4889851
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“Il Nivola ritrovato” a Viareggio

Mercoledì 21 Settembre, alle ore 17.00, presso la splendida Villa Argentina a Viareggio, sarà presentato il mio libro “Il Nivola ritrovato. Un artista tra l’America e il Mugello“, edito da Nardini di Firenze nel 2012 e quest’anno, dopo dieci anni, ristampato in nuova edizione in quanto la prima era andata esaurita.

La scelta di Villa Argentina non è casuale. L’edificio, infatti, conserva al suo interno uno straordinario ciclo pittorico realizzato dall’artista sassarese Giuseppe Biasi (1885-1945) nel 1930 su commissione dei proprietari della villa, i conti di Sant’Elia, originari di Sassari come l’artista.

L’idea, dunque, di far “incontrare” Nivola e Biasi, due tra i più grandi artisti sardi del ‘900 che mai, forse, si incontrarono in vita, mi ha indirizzato verso Villa Argentina che, grazie alla sensibile attenzione della Provincia di Lucca, è stata concessa per l’evento.

La presentazione sarà condotta da Silvia Alessandri, già vicedirettrice della Biblioteca Nazionale di Firenze, ed è prevista una testimonianza di Giorgio Angeli, titolare dei laboratori artistici per la lavorazione del marmo, dove Nivola ha realizzato tutte le sue opere.

Una bella occasione, dunque, per parlare di artisti sardi fuori dalla Sardegna e, per chi vorrà intervenire, la possibilità di ammirare quello splendido gioiello artistico ed architettonico che è Villa Argentina.

La “Giovane Sardegna”

 La cartolina, illustrata dall’artista sassarese Remo Branca (Sassari, 1897 – Roma, 1988), firmata “Remo 1919”, risulta spedita da Genova per Piacenza nel 1920.
La cartolina, come riporta la dicitura sul retro, fa parte di una serie edita dalla “Federazione Giovane Sardegna”, associazione costituita nel 1919 da cui ebbe origine il Partito Sardo d’Azione.
Sezioni della “Giovane Sardegna” furono costituite nell’Isola e nelle principali città italiane. Dell’assemblea, convocata nel 1919 per la costituzione della sezione di Torino, parla anche Antonio Gramsci negli scritti sulla questione meridionale, individuando come promotore dell’iniziativa Pietro Nurra(Alghero 1871 – Genova 1951), studioso di tradizioni e letteratura popolare sarda e bibliotecario presso la Biblioteca Universitaria di Genova. La “Giovane Sardegna” venne sciolta dal fascismo, al pari di tante altre associazioni, nel 1926.

Nivola e lo Stephen Wise Towers

Nel numero di Marzo del 2002, la prestigiosa rivista americana di architettura e design “Metropolis”, dedicò un ampio inserto a Costantino Nivola curato da Paul Makovsky. L’articolo, intitolato “Sand Man” illustrava tutte le opere realizzate da Nivola per gli spazi pubblici di New York e proponeva un itinerario di visita per riscoprirle. Quando nel 2013 andai a New York, quella rivista ci fece da guida e, quasi fosse una caccia al tesoro, con Enrica e Arianna ci si divertì a scoprire la città seguendo un itinerario “Nivoliano”.

Non mancò, ovviamente, la visita all’area dello Stephen Wise Towers dove, tra graffiti e sculture, era evidente il segno profondo lasciato dalla creatività di Nivola nel progetto di sistemazione dell’area curato dall’architetto Richard Stein.
Fu emozionante in quell’area vedere i cavallini in cemento realizzati da Nivola che, solidamente fissati al terreno, davano vitalità a un ampio spazio con la loro immobile corsa, destinata a prendere vita con i giochi dei bambini, pronti a cavalcarli e volare con la fantasia verso mondi fantastici.


Devo ammettere che davanti a quei cavallini non ho resistito: il richiamo era talmente forte ch e mi ci sono seduto anch’io, giusto per provare a capire quale fosse stato l’intento di Nivola. Fu una sensazione piacevole, utile per comprendere meglio il senso dell’opera complessiva che, dalla prospettiva del cavallino, permetteva di ammirare dal basso verso l’alto l’intera parete dell’edificio di fronte, con il grande graffito, e di spaziare con lo sguardo per tutta l’ampiezza del giardino dov’erano disposte le altre sculture di Nivola.


Oggi, 9 marzo 2021, apprendo che l’area dello Stephen Wise Towers è stata smantellata, che i cavallini sono stati rimossi senza riguardo (pare spaccati a colpi di mazza) per un progetto di “riqualificazione” dell’area.


Se le cose stanno realmente così, siamo veramente di fronte a un “crimine” da condannare senza appello.

Siamo di fronte a una chiara manifestazione di insensibile ignoranza da parte di amministratori che non hanno la minima percezione di quello che stanno facendo. E’ impensabile, infatti, che una città come New York, che ha fatto della multiculturalità la sua bandiera, ricca di storia e testimonianze artistiche legate a tutti i popoli e a tutte le culture, permetta un tale scempio in nome di una fantomatica “riqualificazione”, senza prima preoccuparsi di capire la portata dell’intervento.
Non è la prima volta che opere d’arte vengono “mandate al macero” e, probabilmente, non sarà neanche l’ultima; di quella giornata, purtroppo, rimarranno solo le foto e il piacevole ricordo, accompagnato però dal rammarico per la perdita, come scrisse Pietro Porcinai, di quel “giardino senza età, che diverte bambini e adulti”.

Gavino Cherchi: scrittore e partigiano

Parma, Via Gavino Cherchi

C’è una strada, via Gavino Cherchi, situata nella periferia di Parma, nella zona del Parco del Naviglio, dedicata al giovane intellettuale e giornalista nato a Ittireddu in provincia di Sassari il 15 agosto 1911.  Dopo aver insegnato in varie città della penisola, si stabilì a Parma dove fu docente di  Lettere e Filosofia presso il liceo classico Romagnosi.

Nel 1941 la casa editrice Guanda pubblicò il suo primo e, purtroppo, unico romanzo “Cuore di donna”: la passione letteraria di Gavino Cherchi, infatti, fu ben presto sovrastata dalle scelte di vita che, visto il periodo storico, si trovò a dover affrontare. Dopo l’8 settembre 1943 Gavino decise di aderire alle formazioni partigiane con il nome di battaglia “Stella”. Da subito ricoprì il ruolo di responsabile del SIP (Servizio Informazioni Partigiano) di Parma  ed ebbe l’incarico, fra l’altro, di controllare gli spostamenti delle truppe tedesche e segnalarli alle brigate partigiane. Rivestiva, pertanto, un ruolo estremamente delicato che lo esponeva a enormi rischi che, alla fine, si riveleranno fatali. Il 5 marzo del 1945, infatti, a seguito di una delazione, venne arrestato dalla polizia tedesca. Senza subire alcun tipo di processo, il 28 marzo, dopo tre settimane di prigionia e sevizie, a Casalmaggiore sulle rive del Po, venne ucciso a raffiche di mitra assieme ai partigiani Ines Bedeschi e Alceste Benoldi. I corpi dei tre, gettati nel fiume, non sono mai stati ritrovati.

Gavino Cherchi

Una storia triste per un apprezzato giovane intellettuale che avrebbe potuto dare un prezioso contributo al mondo della cultura e dell’insegnamento.

Il cippo in memoria dei tre partigiani uccisi dai tedeschi

Di lui rimane il nome su una targa che indica una via periferica di Parma e il nome su un cippo nel punto dove venne fucilato. Rimane, però, anche il ricordo da parte dei familiari e dei tanti che non hanno voluto mai dimenticare e che periodicamente ricordano la figura e l’opera di Gavino Cherchi: gli studenti del liceo Romagnosi di Parma, che hanno svolto importanti ricerche affinché il suo ricordo non andasse disperso, il circolo dei sardi di Parma che ne ha sempre mantenuto viva la memoria, la compagnia Theatre en Vol, fondata da Puccio Savioli e da Michelle Kramers, che dal 2015 mette in scena lo spettacolo “Il Vento, storia di Gavino e di altri dispersi”, tratto dal saggio “Il viaggio più lungo” di Gavina Cherchi, nipote del partigiano ucciso e, non ultimi, i familiari di Gavino Cherchi che mai hanno smesso di ricordarlo e onorarlo, in Sardegna e fuori dall’Isola.

Copertina

Scrivo queste considerazioni avendo tra le mani “Cuore di donna” che ho acquistato in una libreria di libri usati.

E’ un libro che si presenta bene grazie alla grafica della copertina, illustrata da Cagnolati (autore anche delle illustrazioni interne), che rappresenta il mondo della scuola ben conosciuto da Gavino Cherchi. 

La prefazione al libro è a cura di Lanfranco Fava (1911-1979 ), autore di diverse pubblicazioni, soprattutto di poesie,  coetaneo e amico di Cherchi, con il quale condivideva la passione per le lettere e per la lotta antifascista, visto che anche Fava fu tra i primi ad entrare in clandestinità con le formazioni partigiane.

Illustrazione interna

Cuore di donna” è un romanzo in perfetta sintonia con quella che era la narrativa del tempo. Una storia che si svolge fra Parma e Piacenza dove, come scriveva Manlio Brigaglia su La Nuova Sardegna del 3 novembre 2005, “Elda, il personaggio principale, è mossa da nobili sentimenti che si scontrano con i luoghi comuni e l’immoralità della società borghese, da cui proviene Maurizio, il suo uomo, che dopo alterne vicende finirà col pagare, buttandosi nella guerra fascista, la sua insoddisfazione della vita e la sua amoralità”.

Un libro mai più edito e quindi non facile da reperire che son ben lieto sia entrato a far parte della mia collezione di autori sardi. Un volume che va oltre i contenuti dello scritto e che, guardando alla breve vita dell’autore, rimanda a  tematiche da tenere sempre ben presenti, soprattutto in questi tempi bui, nei quali l’esercizio del ricordo e della memoria sembrano attività difficili da praticare.

Mario Delitala e la pubblicità

Una cartolina pubblicitaria spedita da Cagliari a Ballao nel 1937 riproduce un dipinto di Mario Delitala. Come riportato nel frontespizio della cartolina, il quadro risulta “espressamente eseguito per la Ditta Ing. F.Sisini Macchine per l’Agricoltura“ con sede a Sassari , Cagliari e Oristano.
Il dipinto, utilizzato sempre dalla ditta Sisini per un manifesto del 1913 è contemporaneo della tempera “Il guardiano della vigna” che Delitala realizzò per la ditta vinicola Zedda-Piras, e che ancora oggi è utilizzato nell’etichetta del “filu ferru”, la tipica grappa isolana.

Le Maschere Barbaricine

Sardus Paper n. 14 (Anno II)  – Aprile 2024

Le Maschere Barbaricine
di Raffaello Marchi

Nel 1951 il giurista fiorentino Piero Calamandrei diede alle stampe il numero 9/10 della rivista “Il Ponte”, uno speciale di 471 pagine dedicato alla Sardegna che, grazie al contributo di numerosi Autori, sviscerava gli aspetti politici, culturali e sociali dell’Isola.

Tra i numerosi articoli, vagliati dallo stesso Calamandrei, da Giuseppe Dessì e da Emilio Lussu, furono pubblicati anche tre contributi di Raffaello Marchi, nuorese, studioso di tradizioni popolari, che riguardavano uno i canti funebri, uno “La madre dell’ucciso”, con un parallelismo tra il bronzetto nuragico e l’omonima scultura di Francesco Ciusa, e uno “Le Maschere Barbaricine”, con particolare riferimento all’esibizione dei Mamuthones di Mamoiada.

L’articolo, tra tutti quelli de “Il Ponte” si rivelò essere il più originale, per le ipotesi che avanzava e per le prospettive che aprì a proposito degli studi antropologici sulle tradizioni sarde.

Il Sardus Paper n. 14 ripropone l’articolo “Le Maschere Barbaricine” e, grazie all’introduzione di Angelino Mereu, ricostruisce i rapporti epistolari tra Calamandrei, Dessì, Lussu e Marchi, con tutte le discussioni e le vicende che hanno portato alla realizzazione del numero speciale de Il Ponte sulla Sardegna.

Il Sardus Paper è completato da una nota biografica su Raffaello Marchi redatta dalla studiosa Marina Moncelsi che a lungo si è occupata dell’Archivio Marchi..

  • Pagine 40 con 10 foto nel testo
  • Edizione di 80 copie numerate
  • Carta Tintoretto Gesso da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21.

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Sardus Paper n. 13 (Anno II)  – Marzo 2024

SARDEGNA. Uno scenario completamente diverso a sole quattro ore dalla Francia

Due giornalisti, i coniugi Pierre e Renée Gosset, e un fotografo, Edouard Boubat, alla scoperta della Sardegna.

Un viaggio effettuato nel 1955 per conto della rivista Réalités in una terra dove, come scrivono i Gosset, “In alcuni villaggi, i turisti sono così rari da suscitare grande curiosità e i bambini si accalcano per poterli vedere da vicino. Vengono accolti con cortesia e rispetto. L’atmosfera è così speciale che, per un francese, arrivare in Sardegna significa cambiare non solo il proprio stile di vita, ma anche il proprio secolo”.

Le foto di Edouard Boubat (uno dei più importanti fotografi francesi del ‘900) ci offrono alcuni flash di questa Sardegna ancora da scoprire. Una Sardegna ancora ben lontana da quella mondanità e da quel turismo che, nel giro di qualche anno, sarebbe esploso con il boom economico e con la nascita della Costa Smeralda.  

Pagine 36 con 12 Foto di © Edouard Boubat
Edizione di 80 copie numerate.
Carta Tintoretto Gesso da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21.

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Sardus Paper n. 12: Il destino di Santus

Sardus Paper n. 12 (Anno II)  – Febbraio 2024


Una Grazia Deledda sconosciuta, nel privato della sua famiglia e dei suoi affetti familiari, in un ritratto appassionato e intenso di Mario Ciusa Romagna che, grazie agli stretti rapporti epistolari e d’amicizia instaurati con Franz Madesani, figlio della scrittrice di Nuoro, ebbe modo di visionare e studiare il materiale inedito conservato dalla famiglia Deledda-Madesani.

L’articolo, apparso su “L’Unione Sarda” nel 1958, ripercorre i drammatici eventi familiari che segnarono profondamente la vita e l’arte di Grazia Deledda e lo scritto di Ciusa Romagna rappresenta una testimonianza importante se si vuole capire a fondo lo spirito che permea tutta la produzione letteraria della scrittrice.

A corredo dell’articolo di Mario Ciusa Romagna, il Sardus Paper n. 12 è completato  dal contributo di Maria Elvira Ciusa che nell’introduzione, ricca di  informazioni e riflessioni, offre ulteriori spunti per meglio comprendere lo scritto del padre

Pagine 28 con illustrazioni – Edizione di 80 copie numerate.
Carta Tintoretto Gesso da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21.

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Sardus Paper n. 9 – Giuseppe Mulas: Sebastiano Satta e i suoi tempi (1914)

Il numero 9 di #SardusPaper riprende un articolo dedicato a Sebastiano Satta (1867-1914) che Giuseppe Mulas, giovane letterato attivo a Cagliari nel periodo antecedente lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, pubblicò nel numero di Dicembre del 1914 del quindicinale “Sa Mastruca”, stampato a Cagliari.

Lo scritto esalta la figura del poeta nuorese,  individuato come “genio rappresentativo” della cultura sarda ed esaltato come il vero “cantore civile e sociale della Sardegna”. L’articolo ebbe molto successo, tanto che, negli anni seguenti, ogni volta che si parlava di Sebastiano Satta, veniva ripreso e rilanciato, grazie al fatto che Mulas fu il primo a considerare il Poeta non come una persona ma come il simbolo di una terra e di un’epoca.

L’articolo originale era corredato da una xilografia dell’artista nuorese Francesco Ciusa. Tale immagine nelle riedizioni successive  sparì, sostituita da una xilografia ad opera dell’artista Stanis Dessy.

Pagine 36 con 2 illustrazioni nel testo. 70 copie numerate.
Carta Tintoretto touch class avorio da 130 g – copertina 300 g.,
legatura con punti spillati, cm 14,5×21, ottobre 2023.

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Sardus Paper n. 8 – Storie di foto, di mercatini e di parlamentari in Sardegna

1909: una Commissione Parlamentare si aggira tra le miniere della Sardegna per documentare le condizioni di vita e di lavoro degli operai. I membri della Commissione si muovono in lungo e in largo per l’Isola, viaggiando su due automobili FIAT che, per la Sardegna, costituiscono una novità assoluta.

Emidio Agostinoni, giornalista e politico, scrive un resoconto della missione che viene pubblicato sulla rivista Ars at Labor. L’articolo è accompagnato dalle foto scattate dal senatore conte Roberto Biscaretti di Rufia, uno dei membri della Commissione e proprio queste foto sono oggetto di una storia parallela, raccontata in dettaglio da Angelino Mereu nell’introduzione al n. 8 di Sardus Paper

Pagine 36 con numerose foto nel testo. 60 copie numerate. Carta Tintoretto touch class avorio da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21, ottobre 2023

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Di un nuovo falcone di Sardegna (Falco Eleonorae) – 1840

Sardus Paper n. 7 – Scoperta e classificazione del falcone di Sardegna, Falco Eleonorae.

E’ il 1840 quando Giuseppe Gené, studioso di scienze naturali, descrive per la prima volta una nuova specie di falcone, avvistato in Sardegna, che, in onore di quel grande personaggio che fu Eleonora d’Arborea, venne chiamata Falco eleonorae. Una storia avvincente che rimanda alla ricerca scientifica dei primi dell’800, quando la Sardegna era una terra ancora tutta da esplorare. Non a caso lo stesso Gené riconosce il merito della scoperta ad Alberto Della Marmora che in quegli anni percorreva la Sardegna in lungo e in largo e che, per primo, segnalò la presenza del nuovo falco nell’isola e inviò i campioni catturati a Torino affinché fossero esaminati e classificati.

Il numero 7 di Sardus Paper traccia la biografia di Giuseppe Gené e ripropone l’articolo apparso a suo tempo nelle Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, comprese le due figure che illustravano la nuova specie. In fondo al fascicolo sono riportate due scatti, gentilmente messi a disposizione dal fotografo naturalista Marco Lutzu, che illustrano lo splendido volatile nel suo habitat naturale, nelle scogliere in prossimità del mare.


Pagine 28 con con illustrazioni dell’autore. 60 copie numerate
Carta Tintoretto touch class avorio da 130 g – copertina 300 g., legatura con punti spillati, cm 14,5×21, settembre 2023.

L’abbonamento prevede 10 uscite annuali che riceverai comodamente a casa a mezzo posta: https://www.nardinieditore.it/prodotto/sardus-paper-abbonamenti/

Sardus Paper 06 – Due novelle di Giuseppina Coroneo

Eccolo il #SardusPaper n° 6 che chiude il primo semestre 2023. Un numero che raccoglie due novelle di Giuseppina #Coroneo , (1896-1978) pubblicate sulla rivista Tutto tra il 1920 e il 1921, che, come scrive lo storico dell’Arte #MarcoPeri nella prefazione, “… attestano un profilo culturale sorprendente, per una giovane donna del suo tempo. I contenuti insoliti, originali e persino esotici … rivelano un tratto fondamentale della sua personalità, che sarà successivamente confermato nel corso degli anni, ovvero una curiosità intellettuale che le consente di muoversi con disinvoltura tra registri stilistici differenti”.

Grazie a Sardus Paper c’è la possibilità di scoprire aspetti inediti dell’opera di Giuseppina Coroneo che, unitamente alla sorella Albina con la quale condivise parte del suo percorso artistico, furono definite dal critico Nicola Valle: «due artiste gentili ed oscure, che nella loro esistenza modesta provano un ostinato piacere a circondarsi di silenzio».

Le informazione sulle modalità di abbonamento e di acquisto dei singoli numeri sono, come sempre, disponibili sul sito dell’ Editore Nardini