“Paraìnas” di Salvatore Niffoi

Salvatore Niffoi, noto Karrone, scrittore di Orani, vincitore del Premio Campiello nel 2006 con “La vedova scalza”.
Questa la scarna biografia di uno scrittore “geniale”, capace di utilizzare una prosa caratterizzata dall commistione di italiano e sardo, sia dal punto di vista lessicale sia sintattico. Come lui stesso afferma, l’uso del sardo è una scelta voluta e necessaria. Non si tratta di tenere lontani i lettori che non conoscono il suo idioma, bensì di dare alle cose il nome che hanno.
In questo senso si inquadra anche “Paraìnas – Detti e parole di Barbagia”, piccolo volume edito da Adelphi nel 2009 dove Niffoi raccoglie detti e modi di dire tipici di Orani e della Barbagia. Il volume, oltre che per entrare nel “mondo eccessivo, feroce e comicissimo dei modi di dire barbaricini”, diventa un utile strumento per chi si addentra nella lettura dei romanzi di Niffoi e non è pratico di lingua sarda.
Tra i tanti modi di dire raccolti, Niffoi ne cita uno che tocca direttamente la mia famiglia.
A pag. 17 scrive: “Appuntali Jacu” (Scrivici Giacomo) Curioso invito che l’impiegato dell’anagrafe rivolgeva ai genitori indecisi sul nome da dare al neonato”. “Forse era un appassionato di Leopardi”, si chiede Niffoi.
Sicuramente l’impiegato dell’anagrafe di Orani, quando correva l’anno 1899, era una persona in vena di facili scherzi.
Si racconta, infatti, che mio bisnonno Giovanni Mereu, quando nacque mio nonno, andò all’anagrafe per registrare il nuovo nato.

mio nonno Andrea-Giacomo in una mia caricatura del 1974

“Come lo vuoi chiamare ?”, chiese l’impiegato.
“Andrea”, rispose mio bisnonno.
“No! Andrea non mi piace. Lo chiamiamo Giacomo!”
“Ma io voglio chiamarlo Andrea!”
“Andrea no! Giacomo è più bello!”
“..Andrea!”
“…Giacomo!”
“..Andrea!”
“…Giacomo!”
“E allora, chiamalo Giacomo!” (“E tando, puntali Jacu!”) disse mio bisnonno cedendo alla ferma volontà dell’impiegato.

Sta di fatto che mio nonno, il 16 febbraio del 1899, venne registrato all’anagrafe come Giacomo Mereu ma che per tutta la sua vita, da tutti, in famiglia e non, è sempre stato chiamato Andrea

8 risposte a ““Paraìnas” di Salvatore Niffoi

  1. Jacu pro como…ciao angelì..

  2. Bello Giacomo…. che adesso viene immortalizato nel libro di Niffoi!… ma anche dalla tua caricatura!félicitations… e Parainas… m’azzudata meda! ciau Angelinu

  3. grazie Angeli de s’ articulu, una bella sorpresa, oje nd’iscio unu pacu piusu de sa situazione de su lumene de babbu. Bellu su ritrattu l’apo impressu e nde aco unu quadru.

    Complimenti

  4. E puru soe resessiu a lu imprimere normale, e d’este venniu peri vene.Macco una votografia accurzu a su quadru e la ponzo in F.B.
    Di ringrazio dae novu, saludos a tottus.

  5. mi ricordo benissimo di ziu Andria Mereu quand’ero piccola eravamo vicini di casa(s’antanedda)mi ricordo sopratutto di un fuoco di s’antantoni e le barzellette di ziu Andria che riso!!!
    Mi chiamo Maddalena Nieddu siamo partiti per la Francia nel 58 e ci siamo restati ma il ricordo di Orani e sempre vivo in me

    • Grazie per il commento. Certo mio nonno Andrea Mereu era un tipo gioviale che si faceva voler bene da tutti. Mi fa molto piacere sapere che siete sempre legati a Orani, e mi fa piacere che il mio blog contribuisca a farvi ricordare le tante cose belle del nostro paese. Un caro saluto da Firenze.
      P.S.: di quali Nieddu sei??

  6. sono figlia di Daniele Nieddu e Maria Itria Pischedda la nostra casa si trova i su Brozzo!
    Saluti da Le Creusot

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