“Pippineddu” Are

Il prossimo 25 marzo ricorre l’ottantesimo anniversario della nascita di Giuseppe Are, storico ed economista, nato a Orani nel 1930 e morto a Pisa nel 2006.
Ho conosciuto Giuseppe Are nel 2001, quando venne costituita l’associazione “Orani nel Mondo” di cui Are era socio fondatore. La sua fama, però, mi era nota da prima che ci si conoscesse. Lui, partito da Orani e approdato a Pisa, professore di Storia contemporanea presso la facoltà di Scienze Politiche dal 1965 al 2001. Bisogna ricordare, inoltre, il suo insegnamento a Oxford e la collaborazione giornalistica con “Il Sole 24 Ore”, con il “Wall Street Journal” e per trent’anni con “La Nazione” e il “Resto del Carlino”. 
Tra i suoi libri mi piace segnalare “Il problema dello sviluppo industriale nell’età della Destra”, pubblicato da Nistri-Lischi di Pisa nel 1965, un libro fondamentale per capire alcuni punti di partenza dello sviluppo economico italiano. Nei suoi numerosi volumi e nei suoi scritti, Are ha saputo affrontare temi politici ed economici, spesso anticipando fatti ed eventi. Tra le tante cose anticipò la fine del PCI, quel PCI che in gioventù lo aveva visto fortemente impegnato e che abbandonò, nel 1956, dopo i fatti d’Ungheria.
L’ultima volta che l’ho incontrato nella sua casa di Pisa, era fortemente minato dalla malattia ma sempre lucido e acuto nel discutere. Ricordo che parlammo a lungo di globalizzazione, argomento che lo attirava particolarmente.
Parlammo tanto anche di Orani, di come il paese fosse cambiato; quel giorno “Pippineddu” (così era conosciuto da tutti in paese) raccontò tante altre cose legate alla sua infanzia e, accompagnandoci nel suo studio, ci mostrò il ritratto che gli fece Nivola quando lui era ancora bambino (Are era del 1930).
Su quel ritratto, in un angolo, la scritta a penna “Giuseppe Are” apposta da lui bambino visto che l’artista “si era dimenticato di farlo”. 
Parafrasando Ettore Scola, posso dire che quel giorno ho vissuto “una giornata particolare”, in compagnia di un grande personaggio del nostro tempo

4 risposte a ““Pippineddu” Are

  1. Ciao Angelo, plus je lis ce que tu m’enseignes plus je me dis que je suis passée à côté de beaucoup de choses… et je me demande qu’elle aurait été ma vie si j’avais grandi là où je suis née ! Mais on ne refait pas l’histoire n’est-ce pas …. grazie di farmi conoscere questi personnagi illustri “chi hanno camminau i sos matessi guturosos che noisi”!

  2. Are è un’altra perla della nostra piccola grande storia di oranesi, sardi, italiani, europei, cittadini del mondo. Un esempio di quel modo bello e intelligente di vivere la vita, affrontarla con curiosità e coraggio sin dove riesce a portarti, e anzi, capendo sempre più il luogo da cui si è partiti (come dice Eliot).
    A questo proposito trovo che sia molto bello il commento – significativamente trilingue – di chi mi ha preceduto. Ciao.

    • Cara Bastiana, è proprio vero che capire da dove si è partiti, porta molto lontano. Il commento trilingue di mia cugina Tonina, che ti ha anticipato, è ancora più significativo se pensi che lei abitava proprio li, dove ziu Predepaulu ha costruito la vostra casa: due commenti bellissimi che partono dallo stesso microcosmo, dallo stesso cortile di Orani, vissuto con la stessa intensità da persone diverse in momenti diversi.

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