Mario Berlinguer, avvocato penalista

Ricorre in questi giorni l’anniversario della morte di Enrico Berlinguer (11 giugno), un personaggio politico unico per serietà, ancora oggi da tutti ricordato come esempio da seguire se si vuole fare politica in modo corretto e nel rispetto delle istituzioni.
Molto del carattere di Enrico derivava dalle tradizioni di famiglia che avevano visto suo nonno, Enrico anche lui, e su padre Mario sempre impegnati con le forze democratiche e liberali.

Mario Berlinguer in una foto del 1930

In casa mia dei Berlinguer ne ho sempre sentito parlare, di Mario prima e di Enrico poi.
Mario, oltre che per la sua attività politica che lo vide in Parlamento sino al 1963, era molto stimato per la sua attività di avvocato che gli dava modo di esercitare quell’arte oratoria molto apprezzata nelle aule di giustizia sarde.
Era poi quella stessa arte utilizzata nello scrivere articoli e testi, spesso divertenti, anche quando erano destinati a qualche specialistica rivista di legge.
Un esempio è l’articolo Folklore giudiziario sardo, apparso sulla rivista “L’Eloquenza” nel 1923 (Anno XII, 1923 – Pag. 681).
In questo scritto, Mario Berlinguer, nonostante la tragicità del racconto, riporta un fatto dove traspare quello spirito e quel sarcasmo che caratterizza, i sardi e che, nel nostro caso, evidenzia la peculiarità di alcuni compaesani Oranesi.
I fatti narrati da Berlinguer hanno origine nel 1906, quando moriva assassinato l’allora sindaco di Bitti Angelo Mossa. Il processo ai presunti responsabili si trascinò per anni e vide coinvolti due oranesi. Berlinguer racconta proprio il confronto tra i due oranesi, Mereu (niente a che vedere col sottoscritto) e Cavada: “… nel clamoroso processo per l’omicidio del sindaco di Bitti un brillantissimo duello dialettico si svolse fra il principale imputato, il sicario Cavada, e uno dei testimoni dell’accusa, Mereu, entrambi nativi di Orani e trapiantati (il P.M. Onofrio Fois, un magistrato di tempra superiore, diceva “perfezionati”) a Bitti. il Mereu deponeva con tranquilla disinvoltura che pochi giorni prima che in una danza carnevalesca nella piazza principale del paese venisse ucciso il sindaco da un uomo camuffato, il Cavada gli aveva proposto di far parte del complotto ordito per l’eccidio, offrendogli mille lire di compenso. Cavada ascolta, poi si drizza sui garretti sottili, si afferra convulsamente alle sbarre della gabbia, pallido, opaco in quel suo viso felino ove rilucevano solo gli occhi vividissimi, e domanda con voce pacata il permesso di chiedere al testimonio notizie sulle sue condizioni economiche … e sullo stato di servizio del cartellino penale. «Son poverissimo, risponde il Mereu; e dopo una pausa: è vero, sono stato condannato per truffa, per appropriazione indebita, per ricettazione, per frode in commercio» (aveva solcato tutto l’arcipelago del piccolo cabotaggio dei reati contro la proprietà). E allora Cavada avventa la sua obiezione, precisa, formidabile: «Come si può credere che avendo io offerto a questo straccione, a questo criminale già tante volte bollato, mille lire, egli non le abbia accettate?». Ma Mereu è più scaltro di lui; non si scompone, sceglie per rispondere una di quelle battute inattese, umoristiche che danno l’impressione irresistibile della spontaneità, e con l’aria di un commesso viaggiatore che sfoderi il suo campionario, dolente che gli manchi la mercanzia richiesta dal cliente: «Ite cheret, su presidente (che vuole, Signor Presidente) custu de facher mortes no fit articulu meu (alla lettera: questo di commettere omicidi non era articolo mio!)».
Questo e altri scritti di Mario Berlinguer sono raccolti nel volume “In Assise – Ricordi di vita giudiziaria sarda”, pubblicato da Mondadori nell’agosto del 1944, ristampato ad aprile del 1945 e, a quanto mi risulta, mai più pubblicato.
Se qualche editore si vuole cimentare nel riproporlo, tenga presente che il libro ha sicuramente ancora una sua validità, se non altro come memoria di un testimone importante, della vita politica e giudiziaria in Sardegna e non.

3 risposte a “Mario Berlinguer, avvocato penalista

  1. davvero strabiliante, e ricco di cultura e d’amore questo sito! sono nato a galatina (lecce) e risiedo a roma da moltissimi anni, ma conosco e amo-amo-amo la sardegna, specialmente quella ‘interna’, per aver vissuto e lavorato a sassari fra il 1996-97.
    complimenti per tutte le vostre proposte, le immagini, le memorie, la cura che mettete nel vostro blog. sono sinceramente ammirato.
    cordialità melanton.

  2. Carissimo, ho letto con piacere quanto da te scritto riguardo tziu Mario Beerlinguer, che ho avuto l’onore di conoscere in quanto era stato compagno
    d’armi con mio nonno Molinari. Anche dopo la scomparsa di nonno, tziu Mario trovava sempre l’occasione per fare una scappata ad Orani per salutarci.
    Dopo la sua scomparsa, l’onere di venire a salutarci passò al figlio Luigi che, ogni volta che veniva ad Orani per riunioni di partito, prima di salutare i “compagni”, si affacciava alla porta del bar e chiedeva notizie di tutta la mia famiglia. Ricordo il tutto con piacere.
    Un salutone a tutti.
    Gino Chironi

Lascia un commento